venerdì, agosto 29, 2008

prima di partire un ultimo saluto..

una cosa che sentivo quasi doverosa essendo in NJ era quello di dare il mio personale ultimo saluto a Danny Federici.
per questo l'ultimo giorno di vacanza una deviazione dalla strada verso l'aeroporto ci porta a Flemington, NJ. la cittadina è di una tranquillità quasi irreale.. come tanti altri piccoli paesi del NJ.
Il cimitero è abbastanza grande, e cosa per me insolita, ci si gira dentro con l'auto..
trovare la tomba di danny non è stato facile..
questo perchè in realtà la tomba quasi non c'è.. tutto quello che si vede è un piccolo cartellino con il nome con a fianco una girandolina di plastica.. sopra un mazzo di fiori oramai secchi..
non so, forse non è ancora la sepoltura definitiva, o forse ha voluto rimanere nascosto, come durante tutti i suoi concerti, tanto da conquistarsi il soprannome di phantom.

tutto questo in realtà poco importa.. quello che mi importa è che ci tenevo davvero molto a portare il mio ultimo saluto ad una persona che non ho mai ne visto ne conosciuto.. non ho mai scambiato una parola con lui.. eppure, se ci penso, ha accompagniato con la sua musica tanti anni della mia vita..
a pensarci razionalmente è abbastanza assurdo.. però il groppo alla gola c'è, e anche se le lacrime si trattengono è difficile non commuoversi.. per una persona mai conosciuta ma che mi ha regalato tante emozioni..

e con questo groppo in gola finiscono anche le ns vacanze..
sarà difficile lasciare questa terra, che non so perchè, ma ha davvero qualcosa di magico.. è davvero difficile non innamorarsene.
goodbye america.. we'll come back soon..

4 tappa - freehold e dintorni


se ti trovi a freehold, i motivi sono due.. o ci abiti, o sei uno springsteeniano completamente rintronato nel punto nodale di un pellegrinaggio che al resto del mondo pare senza senso.
ovvio che quelli del primo gruppo riconoscono quelli del secondo a colpo d'occhio...
la prima sosta è ovviamente a randolph street, che in realtà è il solo indirizzo noto a priori (la canzone freehold in questo caso viene in aiuto).
in tutta onesta non posso dire di non essermi sentito un po' pirla a fare delle foto ad un parcheggio, perchè lì c'era una volta la prima casa di Bruce..

il viaggio prosegue quindi per le varie case di Bruce, la scuola elementare, il liceo etc etc.. incontriamo anche altri due "rintronati" dall'irlanda, che ci mostrano il loro libro "rock and roll tour of the jersey shore", con tutti i luoghi da visitare durante il pellegrinaggio.. inutile dire che dopo poche ore avevamo anche noi quel libro, comprato insieme a due fantastiche magliette dello stone pony che non possono mancare nei souvenire della zona.

ci spostiamo a red bank, dove vediamo il count basie theater (dove bruce fece quel concerto assurdo qualche mese fa ricordato in questo post) e un negozio di dischi (il libro di cui sopra giura essere il preferito da bruce) dove non posso fare a meno che comprare 3 vinili ad un prezzo veramente ridicolo (1.99$ l'uno...).

rumson è a poche miglia... percorriamo tutta la via dove abita bruce un paio di volte.. non abbiamo idea di quale sia la casa, quindi continuiamo ad andare avanti e indietro sperando che uscendo ci tamponi, e poi si convinca a firmare la constatazione amichevole sul vinile di the wild appena comprato...
nulla, niente da fare...

lasceremo la jersey shore per per vedere philadelphia e washington, abbandonando per un po' il pellegrinaggio.. due splendide città, anche se forse per philly mi aspettavo qualcosa di più.. se vi capita non mancate di assaggiare la philly cheesesteack.. che non sarà un capolavoro culinario degno della cucina italiana, ma è un'istituzione e come tale va rispettata.

il viaggio sta per finire...

mercoledì, agosto 20, 2008

Tappa 3, Asbury Park, NJ


somewhere in the swamps of jersey...

Dalla turnpike prendiamo la parkway, e ci è subito chiaro perchè il new jersey è anche chiamato garden state.. se si esclude la zona di newark e delle immediate vicinanze di new york, il resto è veramente molto verde.
Il cartello per l'uscita di Asbury Park è già un sogno.. usciamo dalla highway, lasciamo le cose al motel e poi via verso ocean avenue. parcheggiamo e pare di essere in un bootleg. il faccione di Tillie sul wonder bar ci da il benvenuto, la boardwalk è proprio lì davanti.. la spiaggia completamente deserta porta fino all'oceano di un blu intenso.
In duecento metri c'è tutto.. e intorno corre il circuit, ovvero le strade di ocean e kingsley avenue a formare il famoso ovale celebrato in tanti concerti degli anni 70 (oltre che ovviamente in "sandy").
iniziamo la ns passeggiata dal chiosco di madame marie, dove ora c'è un piccolo negozietto e un cartello che ricorda che le nipoti di madame marie sono ancora disponibili a leggere il futuro su appuntamento..

La boardwalk passa attraverso una struttura con a sinistra il paramount theater, dove (tra le altre volte) suono nel tour del fantasma con un concerto tra i migliori di sempre, e a destra la convention hall, scelta per quasi tutte le rehersal degli ultimi tour.
Mi aspettavo un paesino un po' dismesso, invece è tutto veramente splendido (anche se con qualche "lavoro in corso"). I colori del cielo e dell'oceano contrastano con il giallo intenso della spiaggia, creando una bellissima atmosfera.. il fatto che sia quasi deserto non fa che rendere tutto ancora più magico.


Di fronte al teatro c'è una targa, dedicata agli inventori del s.o.a.p. sound of Asbury Park.. i nomi sono sempre loro, bruce componenti di oggi e di ieri della band, southside.
qualche passo sulla boardwalk e siamo di fronte allo stone pony.. è chiuso, ci torneremo il giorno dopo per entrare a vedere il mitico palco che ha ospitato davvero concerti favolosi, oltre a tutte le chitarre appese a ricordare tutti i grandi nomi passati di lì.

decidiamo di prendere la macchina e andare a cercare la mitica estreet, che si trova nel vicino paese di Belmar.
dalla strada principale si svolta su 10th avenue (sarà lei?? pare di no, ma per noi non può che esserlo!) e poi a sx su estreet, dove viveve david sancius e che diede il nome alla legendary..
Dopo le ovvie foto di rito con il cartello (è piantato per terra se no verrebbe voglia di portarselo via.. come dicono sia successo con quelli di ocean e kingsley avenue).
Anche Belmar merita una visita, e la sua boardwalk è anche più bella di quella di Asbury Park.
La sera ceniamo di fianco alla convention hall, vediamo degli splendidi fuochi d'artificio sulla spiaggia.. nn credo si possa volere di più.
domani si continua con freehold..

martedì, agosto 19, 2008

Tappa 2: foxboro 02/08




il giorno dopo il concerto dobbiamo lasciare new york e non è cosa facile.. il resto del viaggio ci aspetta però, quindi prendiamo la ns macchina a noleggio e dopo aver percorso qualche km sulla NJ turnpike ci dirigiamo a nord verso boston.
Il traffico ci blocca per quasi tutto il giorno e decidiamo di fermarci nel mezzo al nulla del connecticut per dormire.
il giorno dopo andiamo fino al motel prenotato a pochi km (anzi miglia) dal gillette stadium. una macchina parcheggiata ha delle splendide scritte sul finestrino "we have a date with the boss" e "honk if u love the boss"! fantastico!

per tempo andiamo allo stadio, lasciamo 40$ per pagare il parcheggio (!!) ritiriamo i ns biglietti e siamo pronti.. nn ci resta che aspettare, mentre nel parcheggio gli americani fanno dei barbecue che qui neanche a ferragosto all'idroscalo.
l'attesa è forse anche più lunga di quella di due giorni prima.. i posti sono sempre in piccionaia e il fatto di rendersi conto che ci sono posti sotto il palco ancora disponibili fa abbastanza male.. ma vabbeh, l'importante è esserci.
un diluvio epico prima dell'inizio del concerto fa scappare tutti dalle gradinate, così conosciamo una coppia di italiani (anche loro con posto in piccionaia) molto simpatici! peccato non averli ritrovati alla fine per qualche commento!
Il concerto inizia esattamente come quello di due gg prima.. un inizio diverso non sarebbe stato male, ma non è il caso di lamentarci (se un anno fa mi avessere detto che avrei visto tre concerti iniziare con summertime blues mi sarei messo a ridere).
la prima sorpresa (splendida) e tunnel of love, con il solito fantastico nils a ricamare cose impossibili e a concludere il tutto con un grande assolo.
little latin lupe lu è uno di quei pezzi che sai di aver sentito già da qualche parte su qualche boot ma ricordarselo è un miracolo.. molto bella la richiesta, con il testo della canzone sul retro del cartello (sai mai..). dicono che non la suonasse da 20 anni.. mah, non è che se ne sentisse la mancanza, se pur divertente.
does this bus invece sì che è una chicca da ricordare! e anche una bellissima who'll stop the rain che non può non far tornare la mente al diluvio di san siro 5 anni fa.
youngstown e murder coronano una grande serata che per il resto (se si esclude I'm going down ad aprire gli encore) non regala più grandi sorprese.

il concerto finisce con rosalita, e così anche il ns magic tour.. un po' di malinconia sì, ma forse per la prima volta da quando seguo bruce dal vivo sono "sazio".. a dire il vero già il concerto di milano mi aveva completamente svuotato e avrei potuto tranquillamente finire lì. ma abbiamo realizzato il sogno di vedere bruce negli states, toccando con mano il fatto che, probabilmente, il posto migliore per un concerto rimane la vecchia europa.

il tour è finito, ma le ns vacanze no, e abbiamo ancora un sacco di posti da visitare.. prossima tappa boston, e poi giù verso il new jersey!!

lunedì, agosto 18, 2008

My american land - part 1




Il Tappa 1: NYC e il Giant stadium

Un sogno che diventa realtà.. finalmente un viaggio negli USA, dopo essere cresciuti con gli states in tv, nello stereo, al cinema.

In più a rendere il viaggio ancora più fantastico ci sono 2 concerti di Bruce ad aspettarci, il primo proprio sotto casa sua, giant stadium, New Jersey!

le ore a NYC passano così in fretta che quasi ci si dimentica dell'appuntamento con il concerto. è la prima volta che metto piede nella grande mela ma mi sembra di esserci sempre stato.. finalmente vedo con i miei occhi quelle strade e quei nomi raccontate in centinaia di canzoni o viste in tv.

visitiamo strawberry fields, dove le note di Imagine sono ancora nell'aria, e dove mi vengono in mente le parole di bruce il giorno che Lennon fu ucciso ("se non fosse per john questa sera saremmo probabilmente tutti in un luogo molto diverso", parole dette prima di iniziare il concerto con una epica born to run). come detto i giorni a NY scorrono veloci, e il 31 luglio arriva in un lampo..

Il pulman ci porta "cross the river to the jersey side", e l'impatto del giant stadium è notevole.. fuori dai cancelli un po' di persone, tanti italiani, qualcuno tranquillo con il biglietto in mano, qualcuno in attesa di una vendita dell'ultima ora.

Compriamo la maglietta con le date del NJ stampate sul retro, per fare un po' di invidia durante le varie serate a tema springsteeniano.. poi entriamo allo stadio.. i posti sono davvero in piccionaia, ma vedere tutto lo stadio da lassù è spettacolare.

l'attesa per l'inizio del concerto è abbastanza lunga.. anche se il pollo fritto "clarence style" aiuta a far scorrere le lancette un po’ più in fretta. Il concerto si apre come a Milano con summertime blues, ma il "Hello New Jersey!" mi da un brivido particolare.. è un sogno che diventa realtà.. siamo davvero a vedere un concerto sotto casa di Bruce!!

Il concerto è grandioso, come sempre, e anche se riesce ad avvicinare l'immenso concerto di Milano di giugno, ha dei momenti veramente splendidi. certo con la fiumana di americani che per metà concerto deve andare a prendere da bere e per l'altra metà (ovviamente) deve andare in bagno diventa complicato goderselo appieno.

Un piccolo sogno era quello di sentire Jersey Girl (semplicemente fantastica) e bruce lo esaudisce.. quello di New York city Serenade rimane ancora un sogno.. chissà per quanto.

Jungleland è sempre Jungleland, ma sentita qui ha un sapore diverso.. "over New Jersey state line" è accompagnato da un boato, ed è fantastico sentire questa storia a due passi dai luoghi che ne sono il naturale sfondo.

Pretty flamingo è quella che mai e poi mai ti aspetti, ed è un bel regalo a noi fan per il compleanno di Patti; su because the night Nils da il meglio di se (assurda la capriola senza smettere di suonare!), e ti viene da pensare che voglia dare una spallata a Bruce e mettersi ad essere lui al centro del palco.. se lo meriterebbe tutto.. incident si commenta da sola (provvidenzialmente qualche giorno prima ho anche fotografato il cartello della 57th a NY)..



All’uscita dallo stadio siamo abbastanza distrutti, e l’ora di coda per il pulman per manhattan non aiuta.. gli occhi si chiudono, ma per fortuna si riaprono in tempo per vedere lo spettacolo dello skyline di manhattan visto dal jersey. Impagabile.. non è difficile capire perché tanti amano questa american land, che piano piano conquisterà terribilmente anche noi.



continua..