venerdì, giugno 12, 2009

Freezing Nights in Stockholm


una data di Bruce a stoccolma è un sogno da tanti anni.. ricordo anche quando questo desiderio ha iniziato ad essere insistente: 2005 data del D&D tour a stoccolma: walk like a man, da anni sogno irrealizzabile di sentirla.
per fortuna alcuni sogni sono a portata di mano (so you want it, you take it, you pay the price) e le date in terra scandinava diventano addirittura due (con la terza lì a guardarci e tentarci).
arriviamo a stoccolma nel pomeriggio del giorno della prima data.. scendiamo da un aereo che per metà è pieno di gente con una maglietta che tradisce vere le ragioni del viaggio.

il sole italiano è un lontano ricordo, una pioggia autunnale ci accompagnerà fino a quando - a fine della prima giornata - spegneremo la luce prima di addormentarci, con le ultime note di twist and shout che ancora suonano nella testa.

giusto il tempo di lasciare le cose all'albergo e poi metropolitana direzione stadio. stoccolma è caotica come non ti aspetti.. e gli svedesi molto meno svedesi dei nostri stereotipi tipicamente italiani.

lo stockholm stadion ha ospitato le olimpiadi del 1912, e da allora pochissimo è cambiato.. quasi completamente in legno ricorda più un castello che uno stadio: sicuramente poco funzionale ma caratteristico e d'impatto.
oggi, vista la pioggia, l'invidia verso il popolo del pit è contenuta.. con qualcosa sopra la testa si sta sicuramente meglio!

il concerto inizia con il solito ritardo accademico, e con Nils ad intonare qualcosa che si intuisce essere una canzone popolare alla fisarmonica.. l'avvio di bruce è quello che tutti si aspettano vista la pioggia: Who'll stop the rain che non riuscirà a fermare la pioggia ma di sicuro riesce a riscaldare i 30mila dello stadio. splendida come sempre.
Badlands soffre la posizione, la vecchia collocazione alla fine del main set rendeva molto di più secondo me, ma è sempre badlands e il groppo in gola lo mette in ogni caso.
I pezzi nuovi soffrono un po' in questo inizio..soprattutto accostati a pezzi leggendari come prove it: outlaw pete continua ad essere come su disco troppo lunga, meglio my lucky day, working on a dream rimane per me ai limiti dell'ascoltabilità.

il vero cuore del concerto, nonchè unica parte realmente nuova dello show rispetto allo scorso tour, rimane il trittico seeds, johnny99, the ghost: il fantasma in particolare è ai limiti del sublime, canzone fantastica, che in questo arrangiamento sprigiona tutta la rabbia che veniva nascosta dalla versione acustica. assolo di nils da incorniciare. da sola vale il viaggio.
wild thing a richiesta è una piacevole e divertente sorpresa; splendida the wrestler che si conferma il vero punto di forza del nuovo disco (peccato the last carnival sia rimasta fuori dalle esecuzioni live) mentre tutto il resto porta ad una born to run epica come sempre (nonostante un affaticatissimo clarence).

dopo l'ottima hard times (dove si capisce come bruce abbia ancora dentro lo spirito che lo ha portato all'esperienza seger sessions) gli encore sono spinti al divertimento, e ovviamente fanno dimenticare la pioggia il freddo e tutto il resto.

la giornata di venerdì inizia presto, il biglietto è di prato e una volta tanto non sarebbe male stare davanti. in coda dalle 11 tra appelli, consegne di braccialetti e il soundcheck il tempo passa abbastanza in fretta.
l'agognata transenna se pur molto di lato (praticamente ai maxischermi) è conquistata.. in un paio di occasioni bruce sarà a un metro da noi.
il concerto visto da qui è ovviamente molto diverso, a partire dall'acustica decisamente migliore e dalle emozioni, mille volte maggiori: l'attacco con downbound train è una sorpresa anche dopo averla sentita al soundcheck, il sogno di risentire growin'up dopo quella di milano 03 si avvera, e lost in the flood chiude il quadro perfetto di un concerto emozionantissimo vissuto a pochi metri dal palco.
il resto, se pur con alcune variazioni di scaletta, rimane non troppo lontano dal concerto della sera prima.

purtroppo anche i sogni più belli finiscono, ma quando finiscono con degli encore e -su tutti- un detroit medley come quello regalatoci a stoccolma, è un po' meno doloroso.

Un paio di foto con il cellulare di bruce ad un metro rimarranno per sempre un ricordo tangibile di quelle emozioni; l'uscita dallo stadio, come sempre in questi casi, avviene camminando ad un metro da terra, con un sorriso ebete in faccia e "those romantic dreams in my head"..

la terza sera regalerà emozioni forse ancora maggiori, ma noi saremo già a casa a rimpiangere di non essere rimasti un giorno in più.. torino ci aspetta fra poco più di un mese e questa è l'unica cosa che ci tira un po' sù.

see you further on, up the road..